22/05/13

Le mani del Gallo



Aiutare chi è caduto a rialzarsi. Farlo con le braccia, con la voce senza la presunzione dell’arroganza, nella consapevolezza del gesto che si sta compiendo. Porgere una mano, la mano, per un appoggio. La consapevolezza che quel gesto per quanto grande, per quanto ripetuto ieri, oggi, domani, una, due, centinaia, migliaia di volte da solo non basta. Perché le parole e lo sguardo vanno rivolti laddove stanno le cause del male. Il lucro, l’odio, l’avidità eretti a sistema colpiscono e disperano. Piegano le persone fino a farle cadere nella polvere senza più speranza. Ed è allora che il gesto, quel gesto, cambia le cose.  Una mano aperta verso il terreno, salda  per essere presa e rialzare. Un gesto che non è carità, ma rivoluzione. Un gesto che non è fine a sé stesso perché mentre è compiuto parla. Parla agli ultimi, dice rialzati e lotta, fatti ascoltare e se non ti ascoltano grida! Parla ai potenti e dice fermatevi, noi ci riprenderemo quel che ci spetta e lo faremo a partire da adesso. La voce come un’arma, forte della fede. Fede legata alla terra, fede nell’uomo, fede nell’agire con le mani sporche e lo sguardo fiero. Fede in un Dio che anche per chi non crede, in tutto ciò lo avrebbe potuto riconoscere come puro. La voce come un’arma che taglia le gambe all’ipocrisia della Chiesa e dei suoi vari capi..una voce che predica amore, tolleranza, libertà giustizia sociale.
Quello che lasci è tanto. Diretto e indiretto per le vite della nostra città e del nostro paese. C’è chi si porterà la gratitudine dentro e chi non smetterà l’ammirazione. Quello che spero è che tu sia un pilastro, un esempio un colosso inamovibile nel proseguo dei nostri giorni. La memoria non basta. Quello che serve sono migliaia. Migliaia di mani. Migliaia di voci.  Come le tue. Come le tue mani, come la tua voce.
Grazie Gallo